Dall’Invisibile al Visibile
In genere non si attribuisce molta importanza all’aspetto sottile dell’individuo e alla sua costituzione invisibile del suo apparato occulto e si preferisce o si da molta importanza invece all’apparato fisiologico corporeo. Invece lo Yoga attribuisce un enorme importanza all’apparato occulto sottile per il semplice motivo che l’attività pensante non la sentiamo, non la vediamo, non la possiamo quantificare, non possiamo fare il trapianto della mente come invece possiamo fare il trapianto di altri organi, eppure è l’attività pensante che gestisce tutta la vita relativa dell’individuo stesso. I pensieri che poi si traducono in emozioni, sentimenti, desideri, ecc. muovono il piano grossolano dell’individuo allo scopo di portare a compimento attraverso l’azione quel che è stato il frutto dell’attività pensante stessa.
Si ottiene quindi un perfetto coordinamento tra idea, pensiero, parola, azione. I pensieri rispetto alle idee sono un po’ come i servi rispetto al padrone. Se la mente è occupata o preoccupata, cioè occupata prima da pensieri, non riesce a portarsi verso la sintesi dell’azione e a realizzare le istanze più profonde dell’essere. Invece quando la mente viene occupata da un’idea, i pensieri si mettono al servizio della idea e l’idea quindi può trovare attraversi i pensieri i giusti servi per potersi realizzare e trasferire dal piano sottile al piano grossolano.
Tutta la dinamica dello Yoga è racchiusa in queste affermazioni. Le istanze-idee che provengono dai piani più profondi della coscienza e che protendono al piano dell’essere dell’individuo, premono per realizzarsi sul piano grossolano. Per realizzarsi sul piano grossolano devono trovare tutta una serie di servitori pensieri che possono poi produrre tutto ciò che occorre per la realizzazione di tale idea. Un paragone molto efficace si può fare con quello che, per esempio, realizza il professionista; un architetto progetta una casa, prima la immagina nella sua mente, questo corrisponde al piano dell’idea, poi la trasferisce sulla carta e quindi gli occorre materiale, gli occorre l’azione del disegnatore e poi si rivolge ad una ditta, ad un gruppo di lavoratori che possono essere paragonati ai pensieri i quali forniscono tutto il materiale e possono tradurre poi sul piano grossolano la idea-progetto dell’architetto.
La persona autorealizzata è la persona che produce idee utili a tutti sul piano sociale, che coinvolge gli altri i quali trovandosi sulla stessa onda coscienziale dell’individualità che ha prodotto l’idea, si attivano per la realizzazione di tale idea. Dal piano quindi sottile attraverso questo meccanismo si passa al piano grossolano. Lo Yoga favorisce questo passaggio. La trascendenza non è altro appunto che la possibilità di ottenere sul piano pratico il passaggio facile dal livello vibratorio sottile dell’idea al livello grossolano dell’azione e della realizzazione pratica. In questa maniera si ottiene quello che è detto il processo della sintesi. In genere le persone sono portate all’analisi, alla dispersione, perché la loro mente è preoccupata o occupata da pensieri, con lo Yoga invece ci si porta verso la sintesi e quindi si entra immediatamente nell’azione pratica. Soprattutto nel nostro emisfero, quindi in Occidente l’azione ha un’enorme importanza. L’azione per noi è più vicina alla nostra costituzione genetica e mentale. Lo Yoga quindi rappresenta una sintesi mirabile della conoscenza dell’uomo. Nello Yoga confluiscono conoscenze che provengono dalla medicina (la costituzione dell’uomo a livello chimico e fisiologico), conoscenze che provengono dalla fisica (le ultime scoperte sono in accordo con antichi insegnamenti vedici), conoscenze che provengono dalla biologia, conoscenze che provengono dalla genetica, conoscenze che provengono dalla pedagogia. Nello stesso tempo lo Yoga sintetizza questi aspetti e li supera. Il discorso dello Yoga è strettamente legato a quello della Musicoterapia.